Vai al contenuto
Home » Blog » Apparecchi Acustici: il richiamo dell’Antitrust

Apparecchi Acustici: il richiamo dell’Antitrust

L’Autorità della concorrenza ha inviato una segnalazione agli organi competenti invocando maggiori garanzie informative per i consumatori

Fonte: Corriere della Sera . Corriere Salute
https://www.corriere.it/salute/24_aprile_09/apparecchi-acustici-il-richiamo-dell-antitrust-7367be47-b111-42c5-8b42-8edbbb154xlk.shtml

Documento segnalazione AGCM

Documento indagine AGCM

L’analisi dell’Antitrust ha rivelato che, nell’acquisto di un apparecchio acustico, il consumatore destina in media il 20-30% del prezzo finale al costo del prodotto, mentre il restante 70-80% copre i servizi di assistenza forniti dall’audioprotesista, come l’adattamento personalizzato del dispositivo e il monitoraggio successivo. Tenendo conto dei dati di vendita del 2022, il costo dell’apparecchio si aggira intorno ai 210 euro, confrontato con un prezzo al pubblico che varia tra i 1500 e i 2100 euro, cifra superiore rispetto a quella registrata in altre nazioni come la Francia. Queste informazioni emergono da un’indagine dell’Antitrust, condotta tra settembre 2023 e marzo 2024.

La segnalazione qui inviata alle istituzioni competenti, tra cui Parlamento e ministeri, evidenzia la necessità di valutare interventi normativi che migliorino le informazioni fornite al consumatore in fase di acquisto di dispositivi medici di libera vendita, come gli apparecchi acustici, che influenzano direttamente la salute e il benessere dei pazienti. L’obiettivo è permettere al cittadino di comprendere e valutare dettagliatamente le varie componenti del prezzo finale, sia per il prodotto sia per i servizi offerti, per poter scegliere l’opzione più conveniente e decidere se necessita realmente dei servizi di assistenza inclusi nel pacchetto. In Italia, la questione riguarda almeno 2,5 milioni di persone che utilizzano apparecchi acustici e circa sette milioni che hanno problemi di udito.

Dall’indagine dell’Antitrust emerge inoltre che circa la metà dei centri specializzati nell’udito è operata da audioprotesisti indipendenti che offrono sia il prodotto sia la consulenza. Nonostante la vendita online di questi dispositivi sia ancora limitata, si osserva una tendenza all’incremento.

L’altro capitolo dell’indagine dell’Autorità ha riguardato le modalità di rimborso, fornitura e acquisto dei dispositivi acustici da parte della sanità pubblica. La riforma dei Lea (la lista delle prestazioni essenziali che il Servizio sanitario nazionale deve garantire) del 2017 ha comportato che per l’acquisto di questi apparecchi si procedesse con il meccanismo delle gare pubbliche, abbandonando il sistema “a tariffa”. Ma in tutti questi anni, riscontra l’Autorità della concorrenza, tali gare non sono mai state aggiudicate a causa di “forti resistenze opposte, anche tramite ripetuti ricorsi giudiziali, da parte dei principali operatori commerciali”. Di conseguenza, le Regioni stanno continuando a utilizzare il vecchio modello di rimborso a tariffa, basato su cifre risalenti al nomenclatore del 1999 (che prevedeva il rimborso di dispositivi analogici), perché il nuovo nomenclatore tariffario per la specialistica ambulatoriale e protesica (che sarebbe già dovuto essere in vigore dal primo di aprile 2024 ma è stato fatto slittare il primo gennaio 2025) si applica solo agli ausili di misura tra cui gli apparecchi acustici non rientrano. Per questo i fornitori hanno offerto categorie di prodotti digitali “sociali”, cioè di livello base. Se il paziente assistito dall’Asl, infatti, volesse un dispositivo più evoluto e accessoriato deve pagare la differenza di prezzo. Oggi chi ha un deficit uditivo riceve dalla propria Asl un rimborso di circa 650 euro (la cifra un tempo prevista per i dispositivi analogici) per acquistare il prodotto, a prescindere dal reddito e previa prescrizione dello specialista otorinolaringoiatra o audiologo autorizzato. 

L’Antitrust, a fronte della volontà di ripristinare il precedente modello di rimborso di tipo tariffario espressa dalle amministrazioni pubbliche per il fallimento delle gare, scrive che «lo strumento della gara costituisce a tutti gli effetti la modalità d’elezione per il soddisfacimento del fabbisogno pubblico di beni e servizi” secondo i principi di “trasparenza amministrativa, efficienza di spesa e tutela della concorrenza, con benefici attesi in termini di migliore allocazione delle risorse e aumento di benessere della collettività». Pertanto, sottolinea l’Autorità, il fallimento delle procedure di gara non è una giustificazione accettabile per escludere questo strumento. Se, però, si dovesse tornare al regime tariffario, raccomanda che vada comunque salvaguardata per le amministrazioni competenti la possibilità di ricorrere alle gare pubbliche e che queste possano prevedere una distinzione tra prodotti e servizi per ottenere risparmi di spesa. 

Gli esperti dell’Antitrust suggeriscono alle Regioni di adottare un voucher o “buono-udito” che permetta all’assistito di scegliere quanto spendere per il prodotto e quanto per i servizi di assistenza, in base alle sue esigenze personali, e di confrontare le diverse offerte anche online. Infine, l’Autorità della concorrenza evidenzia l’utilità di adottare una categorizzazione tecnico-scientifica dei device e dei servizi in relazione al deficit uditivo e al fabbisogno prestazionale per facilitare l’orientamento degli acquisti sia pubblici sia privati, come fa già l’Inail per l’assegnazione dei dispostivi ai suoi assistiti. «Per rendere un servizio migliore al paziente è assolutamente necessario che le Regioni insieme con i produttori, i medici e i pazienti producano una classificazione moderna dei dispositivi e una definizione dei profili di assistenza, specificando numero di sedute, relativa durata e obiettivi distinti per bambini, adulti e grandi anziani» rimarca Domenico Cuda, professore di otorinolaringoiatria all’università di Parma, direttore dell’unità operativa complessa di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Piacenza e già presidente della società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico facciale.

Fonte Corriere della Sera https://www.corriere.it/salute/24_aprile_09/apparecchi-acustici-il-richiamo-dell-antitrust-7367be47-b111-42c5-8b42-8edbbb154xlk.shtml

Documento segnalazione AGCM

Documento indagine AGCM

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Edusima
Panoramica privacy

Questo sito web utilizza i cookie per consentirci di fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.